venerdì 23 maggio 2008

"...ein Buch muß die Axt sein für das gefrorene Meer in uns."

No, non conosco il tedesco; almeno, non bene. Kafka, però, nello specifico, aveva ragione: il ruolo del libro dovrebbe essere quello.
Non quello di Internet, invece: bisogna ricorda che si tratta di un mezzo di comunicazione, non un'antologia dello scibile umano; quanto vi si legge è affidabile solo in funzione dell'affidabilità dell'interlocutore stesso (difatti si può trovare tutto e il contrario di tutto; sapevate che il Large Hadron Collider del CERN servirà per apire un varco nelle fasce di Van Hallen per consentire il ritorno del Maligno sulla Terra? Potrete trovarne facilmente conferma su YouTube).
Trovo che uno dei meriti del corso com'è attualmente organizzato sia il presentare questo concetto in modo operativo ed intuitivo: si sono fatte intuire potenzialità, non fatte memorizzare procedure (il che, al livello in cui ha senso studiare informatica in una facoltà come questa, sarebbe altamente controproducente).
L'unica cosa che personalmente ho trovato stonasse è la mancanza un po' di senso di sfida: comprensibilmente le attività assegnate dovevano poter essere svolte da tutti, il che ha reso necessario dare enfasi al ruolo dei contenuti rispetto a quello dello strumento-computer, ma anche restando in quest'ambito avrei gradito, penso, almeno una traccia opzionale effettivamente impegnativa.

5 commenti:

Maria Grazia Fiore ha detto...

Forse, non tutti gli studenti sono "esigenti" come te ;-)

Maria Grazia Fiore ha detto...

PS forse l'ultimo post che ho scritto ti potrebbe interessare...

Duccio ha detto...

Chiedo perdono, ma non sono riuscito a determinare quale sia il post a cui si riferisce (l'ultimo sembra trattare di tutt'altro). Potrebbe fornire un link diretto?

Maria Grazia Fiore ha detto...

Il post è effettivamente l'ultimo http://speculummaius.wordpress.com/2008/05/24/il-marziano-della-rete-che-ce-in-noi/ in cui stavo seguendo un mio filo di pensieri circa questa contrapposizione tra nativi digitali (cioè "voi") e immigranti digitali (cioè "noi") e di che cosa significhi in realtà (a prescindere da tutte le teorizzazioni in merito).
Poi, sai, quando leggiamo qualcosa, la nostra attenzione viene spesso catturata dai significati che, in quel momento, sono prevalenti/importanti nella nostra mente. "Un libro [o un post :-)] è anche la storia del suo autore ma anche quella del suo lettore".
Probabilmente, nel tuo post volevi dare più enfasi alla tua necessità interiore di un'attività più impegnativa: cosa avresti voluto, ad esempio? Mi interesserebbe saperlo :-)

Duccio ha detto...

Io, avevo, ehm, sbagliato blog; chiedo scusa.

Per fare qualche esempio circa le potenziali attività "impegnative": richeste di analisi un po' più approfondite (sostenere una tesi invece che riportare documentazione), o, cosa probabilmente più interessante, ricerca finalizzata alla risoluzione di un problema specifico (cosa che a titolo personale ho fatto informalmente per adattare il codice del "forum" a risoluzioni widescreen, prima era a larghezza fissa).