lunedì 31 marzo 2008

Brevi escursioni nel mondo della didattica (?)

La necessità di fornire nozioni che non "aleggino nel vuoto" quando si tenta di trasmettere al prossimo le proprie conoscenze potrebbe (dovrebbe) sembrare quasi scontata; all'atto pratico si può fallire, in ciò, per diverse motivazioni: dando per scontato il contesto (per errore, per risparmiare tempo...), sì, ma anche nell'ambito di un tentativo improprio di semplificazione.
Mi è capitato, recentemente, di avere a che fare con un esempio del secondo caso; una persona (frequentante un liceo classico) mi aveva chiesto di aiutarla a ripassare il programma svolto di fisica in vista di una simulazione di terza prova, emerse rapidamente che la docente aveva ritenuto opportuno, immagino anche per via della scarsa importanza che la materia ricopre in quel tipo di corso di studi, alleggerire il carico di lavoro della classe evitando del tutto dimostrazioni delle formule (si trattava più che altro di elettromagnetismo) che era necessario imparare.
Lei, però, non conoscendo il modo in cui erano state ricavate e gli assunti sui quali poggiavano, incontrava ovvie difficoltà nella comprensione e applicazione del materiale, poi notevolmente ridotte semplicemente prendendo il tempo di ripercorrere, senza eccessive complicazioni, i passi intermedi.
Tagliare parti del programma, invece che affrontarlo superficialmente, sarebbe stato ovviamente più proficuo.

giovedì 27 marzo 2008

Cambiamento di base

Può capitare (?) di dover convertire un numero espresso in base 2 (ossia codice binario) in base 10, senza avere però a disposizione mezzi tecnologici. Ecco un metodo (impiegando come esempio 11001000):

  • si prende la prima cifra sulla sinistra (1), la si raddoppia e si aggiunge la cifra successiva:

  • si continua ad andare verso destra fino al termine del numero, raddoppiando per ogni cifra ed aggiungendo, quando necessario, 1:
  • il numero, in forma decimale, è quindi 200.
Un algoritmo opposto (si dimezza il numero e si registra l'entità del resto come cifra) si può impiegare per il passaggio inverso.

Ricerca bibliografica

In senso proprio non posso dire, adesso, di aver sperimentato molto con pubmed, visto che avevo già in passato imparato la sintassi del suo motore di ricerca; quando è stato richiesto di farne uso, ho deciso di scegliere un argomento su cui documentarmi utilmente.
Il tema prescelto (recentemente passato ai margini del dibattito politico per ragioni che non mi sembra rilevante menzionare) è stato l'impatto sullo sviluppo cognitivo della sindrome di Klinefelter.
Per prima cosa, ho consultato il dizionario ufficiale dei Medical Subject Headings, rilevando che esisteva lo specifico "Klinefelter Syndrome", subito inserito nella query.
Ho poi ristretto la mia ricerca ordinando per data gli articoli (per essere indirizzato verso studi recenti) e aggiungendo con "cognitive development"; mi è sembrato rilevante questo.
In seguito ho impiegato come parole chiave aggiuntive "brain" (con questo esito) e "psychosocial aspects", che mi ha portato a quest'ultimo articolo.

martedì 18 marzo 2008

Il rampicante

Immagino che riconoscerete il soggetto delle due fotografie che seguono:

giovedì 13 marzo 2008

Insetti tra valvole

Malgrado l'evoluzione delle tecniche ingegneristiche relative, l'aumento della complessità dei software continua a comportare una diminuzione della loro affidabilità; è vero, questo, anche nell'esperienza dell'utilizzatore medio.
Un caso emblematico è il passaggio (in una situazione con budget relativamente generosi) del sistema per tentare di garantire la sicurezza delle missione spaziali NASA dall'accuratissimo controllo di qualità delle parti (Apollo) alla ridondanza dei sistemi (Shuttle), anche a livello informatico: quattro computer in parallelo, perché il software (e non era niente, rispetto alla complessità di oggi, solo 420.000 linee) era ritenuto troppo complesso per essere privo di bug. Il numero di Saturn V persi in incidenti (0 su 13) contrasta in modo macabro con quello di Space Shuttle (2 su 5).


Sofware più esteso e meno controllabile è indispensabile per situazioni più complesse, ma quello di garantirne la funzionalità mantenendo i costi sotto controllo è un problema irrisolto (come la débâcle dei driver che ha accompagnato il lancio di Windows Vista, e di Windows Xp, in passato, dimostra). Quanto sareste disposti a pagare in più per un software che funziona sempre o quasi? Siamo assuefatti al ritenere accettabile che le applicazioni che stiamo usando si chiudano di colpo?


Riferimenti bibliografici:

The Dream Machines: Pictorial History of the Spaceship in Art, Science and Literature, Arthur C. Clarke e Ron Miller , 1994
Saturn V Flight Manual, NASA, 1968
Computers in Spaceflight: The NASA Experience (parte 1, capitolo 2, paragrafo 4 e parte 1, capitolo 4, paragrafo 5), James E. Tomayko, 1988
Statistical Sofware Engineering: Case Study: NASA Space Shuttle Flight Control Software, Committee on Applied and Theoretical Statistics, Board on Mathematical Sciences, Commission on Physical Sciences, Mathematics, and Applications, National Research Council, 1996
Failure discovered in the Space Shuttle Control Software in October, Dan Bonachea, 1981
Microsoft pledges better driver support for Windows Vista, Joel Hruska, 2007

martedì 11 marzo 2008

Fiori, con un taglio un po' estetizzante

Qualche mia foto a tema floreale (già che si è fatto tanto parlare di obiettivi macro, ad anatomia):



giovedì 6 marzo 2008

Il feed RSS di una specifica pagina pbwiki

Visto che è stato chiesto di aggiungerlo al proprio aggregatore e che per quanto ho potuto vedere il link diretto non è presente nella pagina in questione, credo che si debba inserire questo, per avere notifica dei soli aggiornamenti della stessa. Per scoprirlo ho consultato la documentazione della piattaforma, ecco la porzione inerente.

Aggiornamento: per quanto mi sfugga perché, apparentemente non funziona, facendo così. Mi documenterò.

Ulteriore aggiornamento: pare che sia corretto, solo che non era stata effettuata modifica alcuna, il che spiegherebbe l'assenza di segnalazioni.

mercoledì 5 marzo 2008

L'apologo della stanza cinese

Di John Searle (un filosofo contemporaneo, specializzato in problematiche relative al linguaggio e alla mente) è particolarmente noto un esperimento mentale, detto "della stanza cinese", formulato originariamente in polemica con l'ipotesi della possibilità di programmare un computer perché pensi come un essere umano.
Riassumendo i termini della situazione, si ha un uomo prigioniero in una stanza che riceve ogni giorno un plico contenente dei simboli per lui privi di significato, che ricerca in un libro a sua disposizione, dove sono accoppiati ad altri, per lui egualmente incomprensibili. Egli copia questi nuovi simboli, per poi far passare i fogli da essi occupati in una fessura della porta (si noti l'evidente analogia con input e output di un calcolatore); dopo qualche minuto, riceve viveri.
Quello che succede realmente è che all'uomo vengono inviate frasi in cinese, egli poi sfrutta un manuale con risposte preconfezionate e porta quindi avanti una sorta di conversazione. La domanda è "il prigioniero conosce il cinese"? Searle risponde di no, ma la cosa merita maggiore riflessione, per vari motivi.

In primo luogo, i termini possono trarre in inganno: linee argomentative del tipo "ma non è possibile un manuale così completo" non sono in realtà rilevanti, nelle premesse dell'apologo c'è il fatto che dal punto di vista di chi invia i simboli all'uomo la conversazione risulta credibile.

In seconda istanza, definire "conoscere il cinese" in modo diverso da "essere in grado di comunicare correttamente in cinese" è piuttosto complesso, se non impossibile. Ne consegue che si può sostenere che il nostro cervello si comporta come una stanza cinese: del resto, non c'è meccanismo per poter conoscere il cinese che non passi per il cervello, il quale sottostà alle leggi della fisica come il resto del reale (difatti una delle argomentazioni a favore della possibilità di una intelligenza artificiale afferma che apparentemente niente vieta ad un computer adeguatamente potente di simulare completamente il funzionamento di un cervello umano, neurone per neurone; chiaramente è una possibilità teorica, per quanto ci sia chi ci sta lavorando).

Ormai i computer sono giocatori di scacchi più abili degli esseri umani; giocano in modo diverso, ma se il risultato è valido, in che modo questo è rilevante? Un calcolatore con "moduli" così funzionali anche per cose come la conversazione o la percezione spaziale non sarebbe intelligente?
Le previsioni di chi sperava in risultati più veloci nel campo dell'intelligenza artificiale si sono rivelate sbagliate, ma credere che il motivo risieda in una impossibilità teorica trovo sia sintomo di poco scientifico antropocentrismo, eccezionalismo in relazione al cervello umano, in ultima istanza, sciovinismo del carbonio. Il problema è di ingegneria del software e relativo al fatto che identificare algoritmi per giocare a scacchi è enormemente più semplice che farlo per altre attività umane.

Due semplici modifiche del codice sorgente del blog

Ecco le procedure per effettuare due semplici personalizzazioni del vostro blog, casomai a qualcuno servisse.

Prima di effettuare modifiche al modello, però, sarebbe buona norma salvarlo, per poter tornare indietro facilmente in caso dovessero verificarsi problemi inaspettati.

Come aggiungere una favicon (questo blog ha una piccola rappresentazione di Marte, per esempio):

  • per prima cosa, è necessario avere un'immagine di 16 pixel per 16 pixel in formato .gif (per massimizzare la compatibilità) e salvarla su di uno spazio accessibile via web, ad esempio, imageshack;
  • dalla pagina del vostro blog, fate click su "personalizza", in alto a destra; selezionate poi "modifica html";
  • trovate il tag "head" che segnala la porzione del sorgente in cui operare;
  • aggiungete, dopo di esso le seguenti istruzioni (sostituendo ovviamente "indirizzo della vostra immagine" con l'effettivo indirizzo e aggiungendo "<" all'inizio e ">" alla fine di entrambe le stringhe):
    link href='indirizzo della vostra immagine' rel='shortcut icon'/
    link href='indirizzo della vostra immagine' rel='icon'/
  • fate click su salva modello.
Come cambiare lo sfondo del vostro blog inserendo un'immagine che si ripeta (attenzione, si presta meglio a certi modelli):
  • ovviamente, è necessaria un immagine tale da poter essere affiancata a sue copie in modo esteticamente piacevole, salvata in uno spazio accessibile via web, ad esempio il solito imageshack;
  • dalla pagina del vostro blog, fate click su "personalizza", in alto a destra; selezionate poi "modifica html";
  • trovate la linea "body {"; cancellate la linea poco successiva ad essa che inizia con "background:";
  • al posto della linea cancellata inserite (sostituendo ovviamente "indirizzo della vostra immagine" con l'effettivo indirizzo):
    background-image: url('indirizzo della vostra immagine');
    background-repeat: repeat
  • fate click su salva modello.

martedì 4 marzo 2008

Il layout

Dato che esiste una remota possibilità che a qualcuno interessi, ecco una sintesi delle semplici modifiche che ho apportato al layout di base:

  • ho rimosso la cornice dell'immagine in intestazione portando a 0 pixel il suo spessore;
  • le linee di divisione tra elementi della sidebar e tra post sono state eliminate con la stessa metodologia (che permette un loro rapido ripristino);
  • ho modificato le dimensioni del box dell'immagine perché rimanesse centrata anche se senza bordo (facendo un lavoro imperfetto che dovrò rivedere, noto ora);
  • ho abbassato rispetto all'immagine il testo del titolo (aumentando il padding da 15 a 45 pixel) perché risultasse adeguatamente leggibile.
Il tutto rientra in un tentativo di ottenere un'impostazione minimalista e riposante da leggere.

Un inizio

Questo weblog è stato creato nell'ambito e parallelamente all'inizio del corso di informatica di facoltà... necessita di essere messo a punto, però, adesso.